domenica 30 ottobre 2011

Le notti bianche - Fëdor Michajlovič Dostoevskij

Era una notte meravigliosa, una notte come forse ce ne possono essere soltanto quando siamo giovani, amabile lettore. Il cielo era così pieno di stelle, così luminoso che, gettandovi uno sguardo, senza volerlo si era costretti a domandare a se stessi: è mai possibile che sotto un cielo simile possa vivere ogni sorta di gente collerica e capricciosa? Anche questa è una domanda da giovani, amabile lettore, molto da giovani, ma voglia il Signore mandarvela il più sovente possibile nell'anima! ... Parlando d'ogni sorta di signori capricciosi e collerici, non ho potuto fare a meno di rammentare anche la mia saggia condotta in tutta quella giornata.

venerdì 28 ottobre 2011

La cena di Herman Koch


La cena è un libro di Herman Koch pubblicato da Neri Pozza.
La storia ambientata in Olanda, si svolge tutta durante una cena.
Quattro persone, due coppie benestanti di marito e moglie, si trovano a decidere del futuro dei loro figli; Michael e Rick, colpevoli di aver ucciso ‘per sbaglio’ una barbona, mentre si trovavano a ritirare i soldi 
ad un bancomat.
L’io narrate è Paul, padre di uno dei ragazzi, apparentemente una persona normale, legata da un sincero affetto alla moglie, genitore attento e in netto contrasto con il fratello Serge, padre del secondo ragazzo, uomo egocentrico e pieno di sé, interessato solo alla sua carriera politica.
Ma la realtà che viene fuori, pagina dopo pagina, è ben diversa.
La reazione dei genitori, pronti a fare qualsiasi cosa pur di proteggere i loro figli, spaventa e fa nascere molti interrogativi; ma soprattutto l’estrema leggerezza con cui decidono alla fine di mettere a tacere tutto, lascia veramente molto perplessi.

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 "Si potrebbe aggiungere che le famiglie infelici, e soprattutto le coppie infelici, non riescono mai a stare da sole. Più testimoni ci sono, meglio è. L’infelicità è costantemente alla ricerca di compagnia. L’infelicità non tollera il silenzio, specialmente quei silenzi imbarazzanti che calano quando si è soli".

giovedì 27 ottobre 2011

Racconto di Natale - Charles Dickens

Marley era morto, tanto per cominciare. Non c'era dubbio su ciò: il suo atto di morte era firmato dal pastore, dal coadiutore, dall'uomo delle pompe funebri e dal capo dei piagnoni. L'aveva firmato anche Scrooge, ed il nome di Scrooge alla Borsa degli Scambi valeva per qualunque cosa a cui egli decidesse di metter mano

Se una notte d'inverno un viaggiatore - Italo Calvino

Stai per cominciare a leggare il nuovo romanzo 'Se una notte d'inverno un viaggiatore' di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell'indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c'è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: "No, non voglio vedere la televisione!" Alza la voce, se non non ti sentono: "Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!" Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: "Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!" O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace.

martedì 25 ottobre 2011

Lentamente muore di Pablo Neruda

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non
rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su
bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno
sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti
all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul
lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi
non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente
chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i
giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non
fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di
respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida
felicità.

domenica 23 ottobre 2011

Roald Dahl




Roald Dahl è uno scrittore gallese (1916-1990), nato da genitori norvegesi.
Prima di intraprendere la carriera da scrittore lavorò per una compagnia petrolifera in Africa e fu un pilota di aerei della RAF nella seconda guerra mondiale.
I suoi libri bizzarri e ironici, ma a volte anche grotteschi e raccapriccianti, lo hanno reso uno degli scrittori più amati dai ragazzi.

Nonostante le esperienze tragiche che hanno segnato la sua vita, come la morte del padre e della sorellina, un incidente grave mentre era in guerra, la perdita prematura di una figlia, Dahl è riuscito a trovare la forza per sopravvivere ai dolori della vita, grazie alla sua straordinaria immaginazione e alla convinzione che il futuro ci riservi sempre qualcosa di bello.

Dahl è uno dei pochi scrittori che sa come parlare ai bambini. E’ attento alla loro solitudine ma soprattutto è in grado di comprendere quanto la loro vita possa essere in alcuni momenti difficile.
E insegna loro, con un linguaggio creativo e originale, che nonostante i giganti crudeli e le terribili streghe che si incontrano nella vita, il lieto fine è possibile per tutti.


Aforismi e citazioni di Roald Dahl
- “Gli adulti sono troppo seri per me. Non sanno ridere. Meglio scrivere per i bambini, è l’unico modo per divertire me stesso”

- “Non ho niente da insegnare. Voglio solo divertire. Ma divertendosi con le mie storie i bambini imparano la cosa più importante: il gusto della lettura”

- “Scrivere è in un certo senso propaganda. Matilde per esempio è una smaccata propaganda per la lettura”

Le streghe (1983)
- Nelle fiabe le streghe portano sempre ridicoli cappelli neri e neri mantelli, e volano a cavallo delle scope.
Ma questa non è una fiaba: è delle STREGHE VERE che parleremo.
Ci sono alcune cose importanti che dovete sapere, sul loro conto; perciò aprite bene le orecchie e cercate di non dimenticare quel che vi dirò.
Le vere streghe sembrano donne qualunque, vivono in case qualunque, indossano abiti qualunque e fanno mestieri qualunque.
Per questo è così difficile scoprirle.

Matilde (1988)
- I padri e le madri sono tipi strani: anche se il figlio è il più orribile moccioso che si possa immaginare, sono convinti che si tratti di un bambino stupendo.
Niente di male: il mondo è fatto così. Ma quando dei genitori cominciano a spiegarci che il loro orrendo pargolo è un autentico genio, viene proprio da urlare: — Presto, una bacinella! Ho una nausea tremenda!

- "Papà, mi compreresti un libro?" "Un libro? E per che cavolo farci?" "Per leggerlo." "Diavolo, ma cosa non va con la tele? Abbiamo una stupenda tele a ventiquattro pollici e vieni a chiedermi un libro! Sei viziata, ragazza mia!"
- “Era così piacevole tener vicino una bevanda calda mentre leggeva e leggeva, nella sua stanzetta silenziosa. I libri le aprivano mondi nuovi e le facevano conoscere persone straordinarie che vivevano una vita piena d’avventure. Viaggiava su antichi velieri con Joseph Conrad. Andava in Africa con Ernest Hemingway e in India con Kipling. Girava il mondo restando seduta nella sua stanza in un piccolo villaggio inglese.”

La Fabbrica di Cioccolato (1964)
- Questa è la storia di un normalissimo bambino di nome Charlie Bucket. Non era più veloce, più forte o più intelligente degli altri bambini. La sua famiglia non era né ricca, né potente, né influente, a dire il vero avevano a mala pena di che mangiare. Charlie Bucket era il ragazzino più fortunato del mondo, ma non lo sapeva ancora.

- Nonno Joe: Non sarebbe meraviglioso, Charlie, aprire una tavoletta di cioccolato e trovarci dentro un biglietto d'oro?
Charlie: Certo. Ma io ne ricevo solamente una. Per il mio compleanno.
Madre di Charlie: Il tuo compleanno è tra una settimana.
Nonna Josephine: Tu hai le stesse possibilità di chiunque altro.
Nonno George: Baggianate. Troveranno il biglietto d'oro quelli che possono comprare tavolette di cioccolato ogni giorno. Il nostro Charlie ne riceve solo una all'anno. Non ha possibilità.
Nonna Josephine: Tutti hanno una possibilità, Charlie.
- Willy Wonka: Cosa ti fa sentire meglio quando ti senti a pezzi?
Charlie: La mia famiglia
- Alla fine, Charlie Bucket aveva ottenuto una fabbrica di cioccolato. Ma Willy Wonka aveva ottenuto una cosa anche migliore: una famiglia. E una cosa era assolutamente certa: la vita non era mai stata più dolce.

sabato 22 ottobre 2011

Non esiste un vascello veloce come un libro

Non esiste un vascello veloce come un libro
per portarci in terre lontane
né corsieri come una pagina
di poesie che si impenna
questa traversata
può farla anche il povero
senza oppressione di pedaggio
tanto è frugale
il carro dell’anima.

Emily Dickinson

lunedì 17 ottobre 2011

Qualcuno con cui correre

Qualcuno con cui correre di David Grossman, è, in assoluto, uno dei libri più profondi e toccanti che io abbia mai letto. 

Il libro racconta la storia di Assaf, un ragazzo di Gerusalemme, che per una serie di strane coincidenze, si mette alla ricerca di una sconosciuta coetanea.
Assaf, correndo per le strade della città, in compagnia di un intelligente labrador di nome Dinka, si ritroverà coinvolto in eventi più grandi di lui, conoscerà personaggi bizzarri e la sua tranquilla vita da adolescente verrà completamente sconvolta.

Non dimenticherò mai il coraggio e la determinazione della piccola Tamar, pronta a qualsiasi cosa pur di riuscire a salvare il fratello; la tenacia di Assaf nell’aiutare una sconosciuta amica e la grande fedeltà di Dinka; è lei che mette in moto tutto e guida i personaggi attraverso la storia, senza il suo aiuto niente sarebbe stato possibile.

-    Come diceva Teo? Non cercare di capire cose che non puoi.

-    Cosa credi? Che voglia stare sola? Ma sono fatta così, non riesco ad avvicinarmi veramente a nessuno. È un dato di fatto. È come se mi mancasse quella parte d'anima che si incastra negli altri, come nel Lego. Che ci unisce veramente a qualcun altro. Alla fine tutto cade a pezzi. Famiglia, amici. Non resta più niente

-         E quando vide la pagina in cui aveva scritto cento volte, come per castigo, la parola "anomala", gli venne voglia di cancellarla con una grande X e scriversi sopra "rara".

-         Quasi non si parlarono e Tamar pensò che non aveva mai incontrato nessuno con cui si sentiva tanto bene tacendo.

-         Probabilmente mi innamorerò sempre di qualcuno che ama qualcun altro. Perché? Così. Ho un talento particolare per le situazioni impossibili. Tutti hanno talento per qualcosa.

-         Tutto quello che doveva fare era non pensare in maniera logica, lasciarsi un pò prendere dalla follia

domenica 16 ottobre 2011

Ogni caso di Wislawa Szymborska

Poteva accadere.
Doveva accadere.
È accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
È accaduto non a te.
Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.
Perché da solo. Perché la gente.
Perché a sinistra. Perché a destra.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.
Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave,
un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’attimo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì?
Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.

venerdì 14 ottobre 2011

Gli scoiattoli di Central Park sono tristi i lunedì


Ultimo libro della trilogia della scrittrice Katherine Pancol (Gli occhi gialli dei coccodrilli - Il valzer lento delle tartarughe). Romanzo brillante e ricco di personaggi ben caratterizzati, prima fra tutti la protagonista, l'insicura Josephine, che lotta continuamente contro se stessa per cambiare la sua vita. Finale forse un po' troppo sbrigativo e veloce.

- Il caso è Dio che gira in incognito.

- Zoè tu non sai che cosa significa "scrivere". Vuol dire dedicare tutte le proprie forze, tutto il proprio tempo e la propria attenzione a un'unica cosa. Pensarci in continuazione. Non essere interrotta, un solo secondo, da qualcosa d'altro. Non è semplicemente sentire l'ispirazione e buttare giù qualche appunto su un foglio, significa lavorare, lavorare, lavorare, seminare idee, aspettare che spuntino e raccoglierle solo quando sono pronte. NOn prima, altrimenti finisce che strappi la radice, non dopo perché sarebbero sfiorite. Bisogna essere attenti, ossessionati, maniacali... E' impossibile vivere per gli altri.

- Ci si burla delle persone che sognano, le sgridiamo, le fustighiamo, le riportiamo con i piedi per terra, diciamo loro che la vita è brutta, triste, che non c'è futuro, nessuno spazio per la speranza, dandole dei colpetti sulla testa perché imparino bene la lezione. Si inventano per loro necessità di cui non hanno bisogno, portandogli via tutti i soldi. Vengono tenute prigioniere. Rinchiuse a doppia mandata. Si impedisce loro di sognare, d'ingrandirsi, di rialzarsi... E tuttavia... Tuttavia.... Senza sogno non siamo che poveri esseri umani con braccia prive di forza, gambe che corrono inutilmente, una bocca che inghiotte aria, degli occhi vuoti. Il sogno è ciò che ci avvicina a Dio, alle stelle; è ciò che ci rende più grandi, più belli, unici al mondo... E'così piccolo un uomo senza sogni. Così piccolo, così inutile... Fa male vedere un uomo a cui resta solo il quotidiano, la realtà del quotidiano. E' come un albero senza foglie. Bisogna mettere le foglie sugli alberi. Incollarne tante perché sia un albero grande e bello. E tanto peggio se alcune cadono, ne rimetteremo altre. Ancora e ancora, senza scoraggiarsi... E' nel sogno che le anime respirano, che s'intrufola la grandezza dell'uomo. Oggi non si respira più, si soffoca. Il sogno è stato soppresso, come l'anima e il Cielo.

- Pasolini aveva ragione. I morti ci parlano in continuazione, siamo noi che non ci prendiamo il tempo per ascoltarli...

- Quando l'uomo avrà tagliato l'ultimo albero, inquinato l'ultima goccia d'acqua, ucciso l'ultimo animale e pescato l'ultimo pesce, allora si renderà conto che il denaro non è commestibile.